La storia si apre con un triste quadro
della quotidianità di Antoinette, “una ragazzina di quattordici
anni alta e piatta, con il volto pallido tipico di quell'età, così
poco in carne da apparire agli occhi degli adulti come una macchia
rotonda e chiara, priva di lineamenti, palpebre abbassate, occhiaie,
una piccola bocca serrata...” una figlia di risaliti, i signori
Rosine e Alfred Kampf, arricchitisi grazie a un “geniale colpo
fatto alla Borsa”.
Vittima e bersaglio prediletto delle
intemperanze della madre perennemente insoddisfatta, una donna dal
carattere bipolare che vive nella costante paranoia che qualcuno
scopra le sue modeste origini, la ragazza trascorre le giornate fra
le lezioni di piano e quelle dell'istitutrice privata inglese; suo
padre, il signor Kampf, funge da debole agente tampone fra lei e le
sfuriate di Rosine, ma, essenzialmente, o si occupa delle finanze della
famiglia, oppure soddisfa le esigenze (economiche) della consorte.
E così, per debuttare in società come
si conviene, questi decide di dare un ballo. Insieme alla moglie,
stila una lista di ben duecento invitati, e persino Antoinette
partecipa all'organizzazione, scrivendo con la sua bella grafia gli
indirizzi.
Si prospetta un sontuoso ricevimento e
c'è trepidazione nell'aria, dovuta sia all'ingenza dei preparativi,
sia al timore che qualcuno possa decidere di non presentarsi, ma
Antoinette è oltre ogni preoccupazione: sogna la serata a occhi
aperti, dando per scontata la sua presenza (che ne anticiperebbe addirittura il debutto in società, il quale, normalmente, per le
ragazze avviene alla soglia dei quindici anni).
Purtroppo, scopre ben presto (in
effetti, ancora fra la dettatura di un indirizzo e l'altra) che la
sera del ballo dovrà coricarsi come di consueto alle nove, prima
dell'arrivo degli ospiti, e andare a dormire dentro un ripostiglio,
dato che, per l'occasione, la sua stanza sarà trasformata
nell'angolo bar.
La frustrazione di Antoinette raggiunge
il culmine, e si unisce ai primi veri moti di autoaffermazione
adolescenziale.
SPOILER
[Al ritorno dall'ennesima lezione di piano, miss Betty
l'istitutrice, per avere qualche minuto di privacy con il fidanzato
prima di doverlo congedare, chiede ad Antoinette di recarsi alla
posta ad imbucare gli inviti.
Antoinette, osservando gli amanti
mentre si allontana, patisce il peso della solitudine. Sebbene
intimamente si senta già una giovane donna, pronta per affacciarsi
all'amore, continua ad essere considerata da tutti una bambina, un'ingombrante presenza da ignorare o manovrare a piacimento.
Con risentimento, fa a pezzi gli inviti
e li getta nella Senna.
Se, in un primo momento, la
protagonista vive con angoscia l'attesa delle conseguenze del suo sabotaggio, giunta la fatidica sera, si scopre senza rimpianti. La
compassione e la dolcezza che ogni tanto avvertiva per la madre vengono
completamente soffocate dall'odio e dal disprezzo; sgattaiolando nel
salone dove i genitori attendono invano gli invitati, gode della loro
disperazione, e del litigio che ne consegue una volta arresisi a quello che credono un
fallimento. Dopo che il padre se n'è andato (forse per
sempre), Antoinette esce dal suo nascondiglio e, sovrastando una
Rosine sconfitta, in lacrime, assapora il trionfo della vendetta, la forza della giovinezza, improvvisamente riscoperta. Troneggia sulla regina appena deposta – a
sua insaputa – vecchia, e spogliata di successo e gloria.
Forse, avrei preferito che questo
scambio di potere avvenisse più sottilmente; apparte questo appunto, il
romanzo è breve e graffiante, una storia di bruciori: a partire
dalle vessazioni subite dalla protagonista, attraverso le sue
delusioni e le umiliazioni continue, e i confronti dai quali esce
sempre perdente, fino alla trasformazione da essere sopraffatto, ma
empatico, a prevaricatrice indurita dall'amarezza, pronta a
rispondere alle crudeltà con ferocia maggiore.
Antoinette mi è apparsa come una
versione super condensata dell'Heathcliff di Cime Tempestose, solo molto
più meschina, e collocata in un contesto assai più prosaico.]
Questo romanzo è tanto passionale
quanto breve. I parossismi dell'adolescenza sono precisamente fotografati in poche righe, e solo per gli stati
d'animo contrastanti che attraversa la protagonista, vale la pena
leggersi le sue 79 pagine.
Nessun commento:
Posta un commento